Papa Giovanni Paolo II (pagina pubblicata il 02.06.2005) Certamente
saranno ancora ben impresse nella nostra mente, e non sarà facile cancellarle,
le ultime giornate e le ultime ore di vita di Papa Giovanni Paolo II. Lui, negli
ultimi giorni, non lo abbiamo più visto, ma quando le televisioni ci mostravano
la finestra del suo appartamento, ci sembrava di vederlo nel suo letto di
sofferenza, sempre vigile e sereno. A distanza di due mesi dalla sua scomparsa, dopo aver assistito alla commovente cerimonia dei suoi funerali e al breve conclave che ha portato alla nomina del suo successore Benedetto XVI, il ricordo di Giovanni Palo II è ancora vivo in tutti noi ed è per questo che ho voluto rendergli omaggio ripercorrendo la sua vita ed il suo Pontificato.
E' STATO UN PROTAGONISTA In
più di un quarto di secolo, con le sue parole e i suoi gesti, Giovanni Paolo II ha rinnovato
l'immagine della Chiesa, modificato la geografia mondiale, cambiato la storia contemporanea, aperto un dialogo con
i giovani, impresso un nuovo corso ai rapporti tra le religioni, proponendosi spesso come
l'unica voce coraggiosa in difesa di ogni uomo e dell'umanità intera. Per la pace affronta missioni difficili come nel 1982 durante
il conflitto tra Inghilterra e Argentina per le Falkland-Malvinas. Per scongiurare
un'invasione sovietica torna nella sua Polonia e incoraggia Solidarnosc. Si inginocchia tra le macerie di Sarajevo e Beirut.
"La guerra è sempre una sconfitta dell'umanità", ammonisce durante la prima crisi del Golfo Persico e
l'invasione nel 2003 dell'Irak. E' STATO SEMPRE COERENTE E IMPARZIALE Denuncia i "mali" del comunismo, contribuendo in modo determinante al crollo dell'impero sovietico. Ma mette anche in guardia contro le insidie del "capitalismo selvaggio" e di una globalizzazione che si traduce solo in una "nuova versione del colonialismo". Non lesina critiche alle dittature del terzo mondo, dal Cile di Pinochet alla Cuba di Fidel Castro, ma neppure all'attuale leadership mondiale americana che si sente quasi onnipotente. Si batte per inserire nella nuova Costituzione europea un richiamo alle radici cristiane. Perdona il suo attentatore. Rinnova il suo "non uccidere" dall'aborto all'eutanasia, dalla pena di morte alle nuove minacce per la vita nascente. "Forse la Provvidenza mi ha affidato la cattedra di Pietro" dichiara "per essere un appasslonato avvocato della vita". Abbraccia i lebbrosi in Africa, Asia, America Latina. Si china sui sopravvissuti alla morte atomica a Hiroshima. Accarezza le vittime dell'Aids. Anche in san Pietro vuole sempre gli ammalati vicino. Malato lui stesso, inchiodato sulla sedia a rotelle, tremante per il Parkinson. Testimone sino all'ultimo del valore salvifico della sofferenza. Un grande.
GRAZIE, WOJTYLA!
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